Hai già sentito parlare di agrivoltaico?
Scopriamo insieme le opportunità di questo approccio innovativo nel campo delle energie rinnovabili, che coniuga la produzione di energia solare con l’agricoltura, offrendo potenziali benefici per i raccolti, lo sfruttamento delle risorse e l’efficienza energetica stessa.
Questo tipo di approccio energetico consente di introdurre la produzione di energia solare nelle aziende agricole, integrandola con quella proveniente dall’agricoltura stessa: allevamento e raccolti.
Il sistema prevede la predisposizione di pannelli fotovoltaici nei campi agricoli, rispettando geometrie e altezze che consentono le lavorazioni agricole e il pascolo, rendendo l’agricoltura sempre più sostenibile e promuovendo anche il recupero di terreni agricoli abbandonati, con una conseguente riduzione dell’impatto ambientale.
Un sistema integrato, dunque, che si avvale di un doppio uso del suolo, con una sinergia tra 2 fenomeni: la fotosintesi e l’effetto fotovoltaico.
Si tratterebbe dunque di una vera e propria rivoluzione nel campo delle energie rinnovabili, che tuttavia deve essere accompagnata e sostenuta dalla legislazione.
Agrivoltaico e legislazione
Nel piano nazionale di ripresa e resilienza sono previste risorse per 2.6 miliardi.
Il decreto semplificazione 77/2021 parla di sistemi agrivoltaici innovativi come impianti che adottano soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione.
Il decreto citato parla di individuazione e quantizzazione dei parametri da monitorare:
- Impatto sulle colture
- Risparmio idrico
- Produttività agricola per le diverse tipologie di colture
- Garanzia della continuità delle attività delle aziende agricole interessate.
Per la valutazione dei progetti, il progetto dell’agrivoltaico dovrebbe includere una strategia per contribuire alla trasformazione sostenibile del paesaggio attraverso una prestazione ecologica complessiva: paesaggio/agricoltura/energia.
A che punto siamo con la normativa?
La normativa di riferimento è il DL semplificazione 77/2021 convertito in legge 108 del 29/7/2021 art. 31 comma 5:
Il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) ha avviato un tavolo di lavoro tecnico per definire i criteri per accedere agli incentivi (gse, rse, enea, crea) I criteri dovrebbero essere definiti entro la fine dell’anno.
Nel frattempo progetti di fotovoltaico a terra in aree agricole sono stati presentati come agrivoltaico ed è prevedibile che molti saranno approvati anche in assenza di soluzioni integrative innovative.
La Direttiva Red II: Le Regioni, trattando allo stesso modo fotovoltaico a terra in aree agricole ed agrivoltaico, hanno proposto alla conferenza unificata fra Stato, Regioni, province e Comuni, di limitare al 5% la superficie utilizzabile per il fotovoltaico nelle aree agricole.
L’emendamento è stato respinto.
Una consapevolezza c’è: come definito dal d.lgs n.199 del 2021, l’Italia si pone come obiettivo quello di accelerare il percorso di crescita sostenibile del Paese, al fine di raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e al 2050. L’obiettivo suddetto è pereguito in coerenza con le indicazioni del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e tenendo conto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Gli investimenti da parte delle imprese agricole dedicati alla produzione di energie rinnovabili, se opportunamente dimensionati, si traducono in un abbattimento dei costi operativi in grado di innalzare la redditività agricola e migliorare la competitività.
L’autoconsumo dell’energia prodotta tramite l’impianto agrivoltaico si configura pertanto come uno strumento di efficienza aziendale.
Lo stesso PNRR prevede che la misura di investimento dedicata allo sviluppo degli impianti agrivoltaici contribuisca alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica delle aziende coinvolte.
L’investimento previsto dal PNRR si pone infatti il fine di rendere più competitivo il settore agricolo, riducendo i costi di approvvigionamento energetico ( ad oggi stimati per oltre il 20% dei costi variabili delle aziende e con punte ancora più elevate per alcuni settori erbivori e granivori), e migliorando al contempo le prestazioni climatiche-ambientali.
Caratteristiche e requisiti degli impianti agrivoltaici
Gli impianti agrivoltaici, al fine di rispondere ai principi generali per cui sono realizzati, devono rispettare alcuni requisiti:
REQUISITO A: Il sistema è progettato e realizzato in modo da adottare una configurazione spaziale ed opportune scelte tecnologiche, tali da consentire l’integrazione tra attività agricola e produzione elettrica e valorizzare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi;
REQUISITO B: ll sistema agrivoltaico è esercito, nel corso della vita tecnica, in maniera da garantire la produzione sinergica di energia elettrica e prodotti agricoli e non compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale;
REQUISITO C: L’impianto agrivoltaico adotta soluzioni integrate innovative con moduli elevati da terra, volte a ottimizzare le prestazioni del sistema agrivoltaico sia in termini energetici che agricoli;
REQUISITO D: L’Impianto agrivoltaico è dotato di un sistema di monitoraggio che consenta di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate;
REQUISITO E: Il sistema agrivoltaico è dotato di un sistema di monitoraggio che, oltre a rispettare il requisito D, consente di verificare il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.
Caratteristiche del soggetto che realizza il progetto
Individuiamo un perimetro di soggetti che meglio si adattano a realizzare la produzione combinata di energia e prodotti agricoli. In tal senso possono essere considerati come potenziali beneficiari, uno o più soggetti indicati di seguito:
SOGGETTO A: Impresa agricola che realizza il progetto al fine di contenere i propri costi di produzione, utilizzando terreni agricoli di proprietà (è fatto esplicito riferimento alla proprietà, in quanto il titolo di possesso del bene non dovrebbe essere cedibile). In tal caso, è ipotizzabile il mantenimento dell’attività agricola prevalente ai fini PAC. Tutto ciò può essere accertato verificando che il fatturato dell’energia prodotta non superi il valore della produzione agricola, affinché venga mantenuto lo “status” di imprenditore agricolo, nel rispetto del D.lgs n.228 del 2001.
SOGGETTO B: Associazione Temporanea di Imprese (ATI), formata da imprese del settore energia e da una o più imprese agricole che mettono a disposizione i propri terreni per la realizzazione dell’impianto agrivoltaico. Anche in questa casistica, come nella precedente, è ipotizzabile che gli imprenditori abbiano interesse a mantenere l’attività agricola prevalente ai fini PAC.
Fotovoltaico a terra e agrivoltaico: differenze
Esiste una differenza tra il fotovoltaico a terra e il sistema agrivoltaico: il primo è messo su suoli piani e ha una densità di occupazione spinta per massimizzare la produzione di energia.
L’agrivoltaico ha un approccio diverso: il fotovoltaico occupa una parte del suolo agricolo, in quanto lascia spazio per le attività agricole.
AGRIVOLTAICO: Il potenziale per gli agricoltori
Conciliare agricoltura, produzione di energia e sostenibilità ambientale è possibile grazie all’agrivoltaico; la produzione agricola non viene intaccata e l’energia viene prodotta senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti in atmosfera.
La produzione di energia può rappresentare un aiuto concreto per gli agricoltori, senza mettere in competizione lo spazio per la produzione di cibo con quello per la produzione energetica.
AGRIVOLTAICO: I VANTAGGI
I vantaggi dell’agrivoltaico possono essere riassunti nei seguenti punti:
Ambiente controllato per le colture: le colture che soffrono per le condizioni ambientali possono essere mitigate dalla presenza dei moduli.
Ne danno ampiamente prova casi concreti, non solo nel nostro Paese, che dimostrano anche come l’ombra generata dai moduli fotovoltaici sul suolo non incide minimamente nella resa agricola.
Spesso c’è scetticismo sull’agrivoltaico, relativamente all’eventuale perdita di produttività delle piante, dovuta alla minor illuminazione del suolo.
Alcuni esempi però hanno mostrato che per alcune specie non vi è alcun impatto, mentre per altre può esserci addirittura un incremento di produzione.
Si è studiato, infatti, come l’ambiente sotto i pannelli sia più fresco d’estate riducendo i tassi di evaporazione nella stagione calda e provocando meno stress alle piante;
- Energia per sistemi di raffreddamento e riscaldamento;
- Protezione da pioggia, grandine, ghiaccio e vento;
- Introito economico;
- Gestione e controllo idrico: alcune tipologie di pannelli consentono infatti il recupero idrico; Migliorata qualità del suolo;
- Riduzione dell’uso di plastiche;
- Resilienza cambiamento climatico;
- Contributo raggiungimento obiettivi europei: uno dei vantaggi dell’agrivoltaico risiede nel contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici europei.
Il raggiungimento degli obiettivi climatici passa dalla quantità di fonti rinnovabili che ogni paese riuscirà ad installare nei propri territori.
Il maggior contributo può arrivare appunto da solare ed eolico, con tassi di installazione decisamente superiori a quelli attuali.
Molti studi dimostrano come tetti, coperture e superfici marginali non siano assolutamente sufficienti al raggiungimento di obiettivi soddisfacenti entro scadenze coerenti con i target europei.
Per questo sarà necessario utilizzare anche altre superfici, come quelle agricole, coniugando il lavoro agricolo con quello energetico.
Secondo le stime di Legambiente, Greenpeace, Italia solare e Wwf, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del fotovoltaico servono 80 GW di installazioni: almeno il 30% circa da realizzare su tetti e terreni industriali o contaminati, la parte restante su 50-70.000 ettari di terreni agricoli, pari allo 0.4-0.6% della superficie agricola utile (SAU).
Controllo della trasmissione luminosa: può avere come risultato una resa agricola migliorata.
Il principale obiettivo è ottimizzare la trasmissione della radiazione luminosa in modo da trovare un buon compromesso tra efficienza del fotovoltaico e crescita delle piante.
L’efficienza fotosintetica diminuisce nelle prime ore del giorno ma aumenta nelle ore più calde.
Le piante in ombra affrontano meglio lo stress termico ed idrico.
Il campo applicativo è vastissimo: serre fotovoltaiche, sistemi agrivoltaici in piena aria, sistemi agrivoltaici con tunnel.
Si vanno a studiare le varietà di configurazioni spaziali per una gestione ottimale ombra-coltura.
AGRIVOLTAICO: Offerta tecnologica
Le opzioni tecnologiche per i sistemi fotovoltaici sono molteplici:
- Fissi;
- A inseguimento su singolo o doppio asse;
- Posizionati a diverse altezze da terra.
E diverse cono anche le opzioni tecnologiche per moduli e dispositivi fotovoltaici:
- Moduli standard opachi;
- Moduli bifacciali;
- Moduli innovativi (a concentrazione, a trasmittanza variabile, spettralmente selettivi).
Ci sono temi aperti innescati dalle opportunità che l’agrivoltaico in Italia vede profilarsi all’orizzonte.
AGRIVOLTAICO nel Lazio. L’impegno di Aton Solution
Un contributo al miglioramento dell’efficienza energetica attraverso fonti rinnovabili è possibile quindi ed è di fondamentale importanza rivolgersi a PROFESSIONISTI DEL SETTORE per una corretta installazione di pannelli fotovoltaici, che sappia seguire il cliente dalla progettazione alla manutenzione.
In attesa di maggiori indicazioni e chiarezza dal bando del Ministero della Transizione Ecologica per fruire dei fondi stanziati dal PNRR, la nostra promessa resta quella di continuare ad affiancare le aziende in un percorso di efficientamento energetico, con l’impegno di semplificare e rendere fruibile ciò che viene definito dalla legisalzione italiana.